GENBACCA

SINTESI DEL PROGETTO

Su due specie di importanza strategica per l’agroalimentare regionale, vite e pomodoro da industria, il progetto si propone di verificare l’efficacia di nuovi genotipi, in fase avanzata di selezione oppure già omologati, per mitigare, in maniera permanente e sostenibile, gli effetti indotti da importanti fattori di stress biotico e abiotico. Per il pomodoro, si valuteranno genotipi miglioratori per resistenza al freddo, precocità e uniformità di maturazione, riduzione degli scarti (minore incidenza del verde, delle spaccature, dei marciumi e della bacche colpite dal Colpo di Sole). Per la vite, la valutazione riguarderà sia genotipi omologati di portinnesti (M4 per tolleranza alla siccità, serie STAR per resistenza al calcare e riduzione della vigoria), sia nuovi genotipi di cultivar ottenuti da incrocio intra-specifico (Merlese e semenzali di Lambrusco salamino x Malbo gentile con carattere di grappolo spargolo e quindi meno suscettibile ai marciumi) o inter-specifico. Per questi ultimi, saranno valutati 8 ibridi per uva da vino con caratteristiche di tolleranza a oidio e peronospora e quattro nuovi ibridi di uva da tavola altresì tolleranti agli agenti fungini, ma anche portatori di caratteri merceologici desiderati (croccantezza della polpa, resistenza al post-raccolta). Il gruppo dei centri di ricerca assicura le competenze per una valutazione “multidisciplinare” dei nuovi genotipi che, accanto ad aspetti genetici, curi anche quelli relativi alla tecnica colturale e all’esame della qualità del prodotto estesa, nel caso della vite, alle micro-vinificazioni. Il team delle imprese coinvolte è fortemente integrato con i proponenti poiché partecipa attivamente alla messa a disposizione, al mantenimento in coltura ed alla valutazione del materiale; inoltre, le caratteristiche delle imprese sono tali da assicurare, in caso di riscontri positivi, una diffusione rapida e capillare del materiale selezionato a livello regionale e nazionale.

OBIETTIVI E ATTIVITÀ

POMODORO

OBIETTIVI

  • Ob.1: Costituire una collezione di genotipi di pomodoro da industria attualmente coltivata nel distretto Nord Italia.
  • Ob.2: Caratterizzare fenotipicamente la collezione per diversi caratteri (tolleranza al freddo allo stadio di plantula, sviluppo della coltura ed entrata in produzione e resistenza alle principali fisiopatie), individuare genotipi contrastanti, selezionare i superiori per precocità di entrata in produzione e di diminuzione della quota di scarto.
  • Ob.3: Migliorare l’agrotecnica mediante applicazione di protocolli e disciplinari di gestione della coltura in un campione selezionato di aziende agricole.
  • Ob.4: Caratterizzazione metabolica (contenuto in antiossidanti) e determinazione dei principali caratteri qualitativi (fibra totale, Brix, pH, colore, emicellulose, etc..) dei genotipi superiori selezionati.
  • Ob.5: Sviluppare un kit di marcatori molecolari ad alta processività associati ai caratteri d’interesse come strumento al servizio del processo di breeding del pomodoro da industria.

ATTIVITÀ

POMODORO – Genotipi oggetto della valutazione:
Genotipi coltivati nell’areale emiliano-romagnolo e quelli delle aziende agricole conferenti la materia prima all’azienda Mutti ed alcuni materiali avanzati di breeding forniti dall’impresa ISI Sementi.

Attività previste:

  • Screening in condizioni controllate per resistenza al freddo allo stadio di plantula (BIOGEST-SITEIA).
  • Prove agronomiche per valutare differenze nello sviluppo fra genotipi (BIOGEST-SITEIA).
  • Applicazione di protocolli e disciplinari di gestione della coltura in un campione selezionato di aziende agricole per migliorare i caratteri di precocità di entrata in produzione e di diminuzione della quota di scarto (BIOGEST-SITEIA )
  • Sviluppo di un kit di marcatori molecolari ad alta processività, associati ai caratteri di interesse per l’innovazione del processo di breeding del pomodoro. (BIOGEST-SITEIA; BioDNA)
  • Valutazione agronomica e qualitativa, comprensiva di analisi metabolomica, dei genotipi selezionati e sottoposti a screening in condizioni controllate (BioDNA).

VITE

OBIETTIVI

  • Ob.1: Verificare, in territorio regionale e su vitigni di primario interesse, l’effettiva affidabilità di nuovi portinnesti (già disponibili) utili a indurre tolleranza allo stress idrico e al calcare e riduzione della vigoria.
  • Ob.2: Caratterizzare e valutare la concreta possibilità di inserimento nella piattaforma ampelografica regionale di nuove varietà, già disponibili, di uva da vino e di uve da tavola ibride resistenti/ tolleranti alle principali malattie fungine delle vite. La caratterizzazione morfo-fisiologica porrà in primo piano la valutazione della compatibilità tra le caratteristiche di tolleranza alle malattie e l’ottenimento di un prodotto dotato di tratti organolettici idonei alla elaborazione di vini di qualità o, nel caso di uve da tavola, di appropriati caratteri merceologici.
  • Ob.3: Valutare l’utilizzo di un nuovo vitigno a bacca nera, cv. Merlese, ottenuto da incrocio controllato intraspecifico, per le sue caratteristiche di ottimale equilibrio vegeto-produttivo e conformazione morfologica dei grappoli che favorisce una elevata tolleranza ai marciumi.
  • Ob.4: Valutare semenzali di vite ottenuti da incrocio controllato tra Lambrusco salamino e Malbo gentile (già in produzione) per selezionare genotipi dotati di morfologia del grappolo e sensibilità a Botrytis e marciumi migliorate rispetto a Lambrusco salamino, il vitigno più coltivato nel territorio di Modena-Reggio Emilia.

ATTIVITÀ

VITE – Genotipi oggetto della valutazione:
Nuovi genotipi di portinnesti, di uva da vino e da tavola ibridi e di uva da vino da incrocio intraspecifico, ottenuti da programmi di miglioramento genetico condotti presso le Università di Bologna, Udine, Modena e Reggio Emilia e presso vivaisti regionali.

Attività previste:

  • Valutazione morfo-fisiologica e, ove non già disponibile, molecolare, di portinnesti tolleranti a stress idrici, al calcare e semi-nanizzanti (CIRI – BioDNA).
  • Valutazione della resistenza a peronospora e oidio in serra e in pieno campo di genotipi ibridi di uva da vino e da tavola (CIRI-BioDNA ).
  • Valutazione delle caratteristiche vegeto-produttive ed enologiche di genotipi ibridi di uva da vino e da incrocio intraspecifico (CIRI-BioDNA).
  • Valutazione delle caratteristiche vegeto-produttive, di qualità e di conservabilità delle uve dei genotipi di uva da tavola ibride (CIRI).

APPLICAZIONI

Pomodoro:

Al termine dei due anni di durata del progetto sarà possibile usufruire di una collezione e di una caratterizzazione dettagliata di genotipi di pomodoro da industria innovativi e utili a risolvere alcuni dei maggiori problemi che interessano l’industria di trasformazione: i) ampliare la precocità di maturazione, in modo da anticipare ed estendere la durata della campagna di raccolta e, quindi, effettuare una migliore pianificazione. Le attuali varietà hanno un ciclo di lunghezza pari a circa 90-100 giorni dal trapianto. Agendo sulla lunghezza del ciclo e selezionando opportuni genotipi a ciclo breve e tolleranti le basse temperature, così come ad elevati sbalzi termici, sarà possibile ottimizzare la durata della campagna produttiva, che in Emilia Romagna inizia generalmente l’ultima settimana di luglio e finisce alla fine di settembre ; ii) la riduzione degli scarti dell’industria di trasformazione del pomodoro, sia in ingresso (riduzione della quota di bacche verdi, delle spaccature, dei marciumi e delle bacche assolate) sia in uscita (riducendo lo scarto di lavorazione i relativi costi di smaltimento). Ciò renderebbe la trasformazione del pomodoro da industria anche più sostenibile dal punto di vista ambientale. È risaputo che l’innovazione nel settore varietale e lo sviluppo di cultivar più adatte a specifiche destinazioni commerciali è infatti importantissima nel processo produttivo. In quest’ottica, la caratterizzazione dei genotipi innovativi a disposizione dei costitutori varietali rappresenta un’informazione fondamentale per il costitutore stesso al fine di orientare in modo ottimale i programmi pluriennali di miglioramento genetico, atti a sviluppare nuove varietà commerciali. La caratterizzazione, non solo genetica e fenotipica, ma anche metabolica, della collezione in esame nelle diverse prove agronomiche rappresenteranno un valore aggiunto per la filiera sementiera poiché renderà possibile: i) recuperare informazioni sui cambiamenti della composizione della bacca in diverse condizioni di coltivazione; ii) ottimizzare le tecniche di coltivazione mantenendo elevato il livello qualitativo del pomodoro prodotto; (iii) condurre progetti di miglioramento genetico mirati, al fine di soddisfare più velocemente le richieste agronomiche dell’industria di trasformazione del pomodoro.

Vite:

La gamma dei risultati attesi consentirà alle imprese vivaistiche coinvolte nel partenariato di certificare la validità agronomica del materiale di base in loro possesso e di avviarne o potenziarne la propagazione. Le caratteristiche del nuovo materiale comprendono una più ampia adattabilità a diverse condizioni di disponibilità idrica e di livelli di calcare del terreno, un controllo permanente e sostenibile dell’eccesso di vigoria delle viti, una maggiore tolleranza ai marciumi grazie ad una modificata morfologia del grappolo (Lambruschi) e, infine, una consistente riduzione del numero di trattamenti antifungini in campo, sia sulle uve da tavola sia da vino. Per queste ultime, inoltre, micro-vinificazioni e successiva analisi sensoriale dei vini ottenuti consentiranno di valutare la compatibilità tra le caratteristiche di tolleranza alle malattie e ottenimento degli standard merceologici richiesti dal mercato. Un ulteriore aspetto da non trascurare è che, mentre alcuni dei genotipi in prova hanno già ottenuto la omologazione alla coltivazione sia a livello nazionale che regionale (es. Merlese , portinnesti STAR , M4), per i rimanenti potranno essere avviate le procedure per superare i vincoli normativi che ancora sussistono. Il reperimento di dati oggettivi per la presentazione della richiesta di omologazione dei materiali rappresenta uno snodo critico per arrivare alla loro applicabilità in campo e, quindi, alla industrializzazione dei risultati. L’insieme degli output del progetto tende a colmare il gap, storicamente eccessivo, che intercorre tra risorse investite e risultati prodotti da programmi di miglioramento genetico della vite e trasferimento industriale di questa tipologia di innovazione. In tal senso, certamente incidono negativamente gli aspetti legati alla “tradizione” della coltura della vite e a dispositivi di legge spesso troppo rigidi, ma si lamenta altresì una mancanza di ricerche multi-disciplinari a livello locale finalizzate ad accertare l’idoneità del materiale ad una più ampia diffusione su scala commerciale. Per quanto riguarda, infine, il contributo del progetto all’avanzamento tecnologico della filiera vite-vino, tre sono gli elementi principali:

a) la validazione agronomica di portinnesti tolleranti alla siccità apre, per la viticoltura della regione e, più in generale, per quella nazionale, una via nuova per affrontare la tematica, sempre più pressante, relativa a gravi fenomeni di stress idrico estivo in aree che non sono tradizionalmente irrigue (e che quindi non possiedono ancora una “cultura” dell’irrigazione) e che, in casi non rari, per oggettiva carenza di qualità dell’acqua o addirittura, per assenza di fonti irrigue, devono forzatamente affidarsi a mezzi agronomici di “tolleranza” allo stress pena la grave compromissione della resa dell’impianto;

b) un secondo elemento ancora in pratica assente tra i tool agronomici della viticoltura per uva da vino è la disponibilità di portinnesti semi-nanizzanti o nanizzanti. Il progetto intende contribuire in maniera decisiva in tale contesto attraverso la validazione dei portinnesti della serie STAR. I benefici che possono derivare dalla disponibilità di questo materiale (ovvero un genotipo che possa controllare in modo permanente e “naturale” la vigoria del nesto) ha innumerevoli benefici sulla sostenibilità della gestione del vigneto (es. potendo contare su un controllo genetico della taglia, tutte le varie operazione di potatura verde vengono a ridimensionarsi in termini di numero ed intensità con risparmi di risorse e mezzi tecnici);

c) In una prospettiva di sempre più stringente riduzione, a livello europeo, dell’uso di pesticidi in vigneto, sia in termini di quantità che di principi attivi, la filiera vite-vino accusa, ancora oggi, un’assenza pressoché totale di genotipi per uva da vino e da tavola che possano fare coesistere i caratteri di qualità merceologica del prodotto con quelli di tolleranza alle principali avversità fungine.

COERENZA CON LA STRATEGIA REGIONALE DI SPECIALIZZAZIONE INTELLIGENTE

GENBACCA si propone il miglioramento qualitativo dei prodotti finali delle filiere pomodoro-passata e vite-vino, vocazioni fondamentali di uno dei “pilastri” dell’economia e dell’identità regionale – l’agroalimentare –  attraverso l’individuazione di genotipi innovativi e pratiche agronomiche sostenibili. Il progetto è funzionale a diversi obiettivi individuati dal documento relativo alla strategia S3 della Regione Emilia Romagna. Il legame tra orientamento tematico (filiera agroalimentare integrata e sostenibile) e driver di cambiamento (sviluppo sostenibile) è diretto: se la finalità è quelli di conciliare, all’interno delle due filiere, sostenibilità ambientale ed economica, l’introduzione di nuovi genotipi utili con caratteristiche di resistenza/tolleranza a fattori di stress biotico e abiotico è la via maestra poiché: i) gli effetti indotti sono permanenti e, quindi, stabili nel tempo; ii) gli effetti positivi si estrinsecano senza il ricorso a input esterni costosi ed inquinanti; iii) l’introduzione di genotipi innovativi è lo strumento ideale per fare coesistere sostenibilità ambientale ed economica (es. l’utilizzo di genotipi tolleranti alle principali malattie fungine della vite, da un lato, contiene sensibilmente l’aggravio annuale dei costi per la difesa e, dall’altro, riduce l’utilizzo dei pesticidi e l’impronta carbonica legata alla distribuzione meccanica del prodotto). GENBACCA propone, inoltre, nuove soluzioni innovative utilizzando quali tecnologie abilitanti chiave (KETs) i “sistemi di produzione avanzati”.

A livello nazionale, il progetto è coerente con la strategia del Cluster Tecnologico “Agrifood” che prevede un’aggregazione di imprese e centri di ricerca per migliorare il sistema dell’innovazione nazionale. GENBACCA si propone il miglioramento qualitativo dei prodotti finali delle filiere pomodoro-passata e vite-vino, vocazioni fondamentali di uno dei “pilastri” dell’economia e dell’identità regionale – l’agroalimentare, attraverso l’individuazione di genotipi innovativi e pratiche agronomiche sostenibili. Il progetto è funzionale a diversi obiettivi individuati dal documento relativo alla strategia S3 della Regione Emilia Romagna. Il legame tra orientamento tematico (filiera agroalimentare integrata e sostenibile) e driver di cambiamento (sviluppo sostenibile) è diretto: se la finalità è quelli di conciliare, all’interno delle due filiere, sostenibilità ambientale ed economica, l’introduzione di nuovi genotipi utili con caratteristiche di resistenza/tolleranza a fattori di stress biotico e abiotico è la via maestra poiché: i) gli effetti indotti sono permanenti e, quindi, stabili nel tempo; ii) gli effetti positivi si estrinsecano senza il ricorso a input esterni costosi ed inquinanti; iii) l’introduzione di genotipi innovativi è lo strumento ideale per fare coesistere sostenibilità ambientale ed economica (es. l’utilizzo di genotipi tolleranti alle principali malattie fungine della vite, da un lato, contiene sensibilmente l’aggravio annuale dei costi per la difesa e, dall’altro, riduce l’utilizzo dei pesticidi e l’impronta carbonica legata alla distribuzione meccanica del prodotto). GENBACCA propone inoltre nuove soluzioni innovative utilizzando quali tecnologie abilitanti chiave (KETs) i “sistemi di produzione avanzati”. A livello nazionale il progetto è coerente con la strategia del Cluster Tecnologico “Agrifood” che prevede un’aggregazione di imprese e centri di ricerca per migliorare il sistema dell’innovazione nazionale.